
C’è una cosa che accomuna tante piccole realtà, freelance, progettisti, creativə e professionistə: quando sentono le parole “business plan”, si spaventano.
Sembra roba da grandi aziende, da start-up con investitori, da gente che fa pitch in inglese con la felpa del team.
Non roba per chi lavora da casa, con il gatto sulle ginocchia, una to-do list che si allunga da sola e mille idee in testa che non sa da dove cominciare a mettere in fila.
E invece il business plan serve. Anche a te.
Anzi, soprattutto a te.
Ma serve che sia semplice, leggero, tuo.
Uno strumento che ti aiuta a chiarirti le idee, a fare scelte concrete, a risparmiare tempo ed energie.
E che ti accompagna nella direzione che vuoi, non ti intrappola in un file che neanche tu capisci.
In questo articolo ti guido passo passo nella creazione di un business plan semplificato, pensato proprio per chi ha un piccolo progetto, sta lavorando in proprio o vuole dare una struttura più solida a un’idea che ha già preso forma o sta per farlo.
Perché serve un business plan anche se sei “piccolə”
Non serve per impressionare qualcuno o per avere un documento bello da allegare.
Serve a te.
Per capire dove vuoi andare, con quali risorse ci arrivi, e se quello che hai in testa è davvero sostenibile nel tempo a livello di energia, organizzazione e soldi.
Un business plan non è solo una roba tecnica. È un momento in cui ti fermi, ti siedi e metti ordine tra le idee, che spesso nella testa sembrano chiare ma poi, quando le scrivi, capisci che manca un pezzo.
Ti aiuta a fare scelte con più lucidità, senza navigare a vista o prendere decisioni di pancia ogni due giorni.
E soprattutto, ti permette di dare priorità alle cose che contano davvero, e non solo a quelle che sembrano urgenti.
Un business plan, anche nella sua forma più essenziale, ti aiuta a rispondere a queste domande:
- Sto costruendo qualcosa che ha senso?
- Quanto devo investire in termini di tempo, soldi, energia?
- Come faccio a rendere questo progetto sostenibile, non solo creativo?
- Cosa posso aspettarmi nei prossimi mesi?
Il tuo mini business plan in 7 punti
1. L’idea (cosa vuoi costruire?)
Inizia scrivendo, in modo semplice, che cosa stai cercando di fare.
Non un titolo elegante, ma una spiegazione vera: “Voglio aprire un piccolo studio di illustrazione e offrire servizi su commissione per brand handmade” oppure “Voglio lanciare una newsletter a pagamento con contenuti pratici per freelance che lavorano in solitaria e vogliono sentirsi meno persi”.
E ricordati una cosa importante:
le persone non comprano solo un prodotto o un servizio.
Comprano una versione di sé che desiderano diventare.
Quando scrivi cosa vuoi costruire, pensa anche a quale trasformazione stai promettendo, anche se è piccola.

2. A chi ti rivolgi
Chi sono le persone a cui parli?
Chi vorresti che diventasse cliente o utente del tuo progetto?
Non dire “chiunque” perché se inizi volendo parlare a tutti finirai per non parlare a nessuno (Seth Godin). Definisci un profilo, anche ipotetico: età, abitudini, bisogni, problemi.
Ti serve per creare offerte giuste e comunicare nel modo più chiaro possibile.
A chi stai parlando?
Cosa gli interessa?
Cosa può volere da te?
Devi proprio vederla come una persona, anche due se offri prodotti/servizi diversi, così quando comunicherai lo farai pensando di parlare a una persona specifica, che rappresenta il tuo target.
3. Cosa offri e come lo monetizzi
Qui metti nero su bianco i tuoi servizi o prodotti.
Cosa vendi? Quanto costa? Come lo consegni? È un pacchetto, un abbonamento, un corso, una consulenza?
E anche: ci sono spese ricorrenti? Strumenti da pagare? Tasse da considerare?
💡 Piccolo trucco: elenca tutto su due colonne.
Da una parte le entrate previste (quanti prodotti o servizi pensi di vendere e a che prezzo), dall’altra le spese stimate (strumenti, piattaforme, tasse, consulenze, spese vive mensili o annuali).
Una volta che hai messo tutto nero su bianco potrai rispondere a 3 domande fondamentali:
- quante vendite ti servono per andare in pari?
Significa: a quanto devi arrivare per coprire tutte le uscite? - da quando inizi a guadagnare davvero?
Cioè: qual è la soglia oltre la quale il tuo progetto non è solo sostenibile, ma anche profittevole? - quanto dovresti vendere per ottenere il guadagno netto che desideri davvero ogni mese?
Non un numero ideale e vago, ma qualcosa che tenga conto del tuo tempo reale disponibile, delle tue tariffe attuali, e del valore che vuoi dare al tuo lavoro.
Questo semplice calcolo ti permette di vedere se il progetto che hai in mente è sostenibile e fattibile, o se ci sono dei nodi da sciogliere prima (come un pricing troppo basso, un’offerta troppo faticosa da gestire, o una stima di tempo che non regge nella pratica).

4. Obiettivi concreti (3, 6, 12 mesi)
Niente frasi tipo “voglio crescere su Instagram”.
Scrivi cose misurabili: “Raggiungere 1.000 iscritti alla newsletter”, “Vendere 5 consulenze al mese”, “Creare 1 prodotto digitale entro luglio”.
Devono essere SMART: specifici, misurabili, raggiungibili, realistici e con una scadenza.
In pratica, obiettivi chiari e verificabili, non desideri vaghi.
Se non puoi capire quando li hai raggiunti, non sono veri obiettivi: sono solo buone intenzioni.
Questo ti aiuta a rimanere focalizzatə e a capire se sei sulla strada giusta.
5. Strategie (come raggiungi quegli obiettivi?)
Qui entra in gioco il marketing, ma con i piedi ben piantati nella realtà.
In un business plan classico, la parte marketing è un documento a sé ma per le realtà piccole e personali come la tua, questa struttura rischia di diventare inutile, se non confondente.
Per questo, con le persone con cui lavoro, preferisco creare un documento a parte più semplice, più umano, molto più operativo seppur dettagliato.
Una vera e propria guida che ti aiuta a capire come far conoscere il tuo progetto alle persone giuste, con gli strumenti che puoi davvero gestire.
Qui dentro, per iniziare, ti basta rispondere a poche domande essenziali:
- Canali di acquisizione, come farai arrivare alle persone ciò che offri?
(Canali: social, sito, newsletter, eventi, collaborazione con altri) - Tipologia di contenuti, cosa pubblicherai o condividerai per raccontarti?
(Post, storie, video, articoli, email, ecc.) - Tono e posizionamento: che tono e stile userai per comunicare?
(Professionale, informale, diretto, educativo, ispirazionale…) - Quanto tempo hai a disposizione ogni settimana per comunicare?
(Questo ti aiuta a capire quante energie puoi davvero investire) - Hai budget da investire in visibilità?
(Pubblicità, collaborazioni, consulenze…) - Quali obiettivi ti dai?
(Far conoscere il progetto, portare visite al sito, generare vendite, far crescere una community etc)
Scriverlo nero su bianco ti permette di vedere con chiarezza dove metti le tue energie, se il tuo messaggio è coerente e se le tue scelte stanno davvero sostenendo il tuo progetto.
Questa è una strategia vera, quella che ti serve per essere presente, riconoscibile, e costruire una comunicazione che ti rappresenta.
6. Risorse (con cosa lo fai?)
Tempo, competenze, strumenti. Cosa hai e cosa ti manca?
Hai già le skill per fare tutto da solə?
Hai bisogno di un/una commercialista? Devi imparare a usare Canva o a creare un sito? Hai bisogno professionisti esperti o a cui delegare?
Scrivilo. Mettilo davanti agli occhi.
Così sai se ti serve delegare qualcosa o formarti su un aspetto specifico perché sapere dove ti serve una mano è il primo passo per capire come e quando cercarla.
7. Piano di azione (prossimi passi concreti)
Il business plan serve a fare ordine, ma anche a muoverti.
Chiudi con un piano pratico che scomponga gli obiettivi nei piccoli passi necessari per raggiungerli: cosa fai questa settimana? E il prossimo mese? Tra sei? Tra un anno?
Può essere semplice: “Apro la partita IVA”, “Creo il sito”, “Scrivo il primo contenuto per LinkedIn” etc.
L’importante è che ogni passo sia fattibile e ti avvicini ai tuoi obiettivi.
Conclusione
Un business plan fatto così non è burocrazia, è strategia vera.
È un modo per rispettare il tuo progetto, per trattarlo con serietà, anche se è ancora piccolo o non è ancora nato, anche se sei solə, anche se ti sembra tutto complicato.
E no, non serve che sia perfetto.
Serve che sia chiaro, vivo, che si aggiorni ed evolva con te.
È come la tua mappa per il tesoro.
Dunque ahoy, pirata. Buon viaggio.
📩 Bonus per te
Sto preparando un template di business plan semplificato da compilare passo passo.
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